Sui nostri canali social abbiamo spesso parlato dell’importanza della revisione e di alcuni degli errori più comuni commessi durante lo svolgimento di una traduzione. Infatti, non svolgere un ulteriore controllo potrebbe far sì che questi errori arrivino direttamente ai nostri clienti, nonché consumatori finali dei nostri prodotti e/o servizi. Ma quali sono gli errori di traduzione che saltano subito all’occhio? In questo articolo ti forniremo degli esempi, prendendo anche in analisi alcuni brand che hanno dovuto affrontare le conseguenze di una traduzione non correttamente eseguita. Ma andiamo con ordine.
Potremmo riassumere gli esempi di cui vorremmo parlarti in 5 principali categorie.
Ciascuna di esse contiene a sua volta numerose altre casistiche che potresti aver notato personalmente e che ci auguriamo tu possa riscontrare sempre meno spesso.
La punteggiatura è molto importante all’interno di un testo, in quanto determina in primis il ritmo della lettura. Il consumatore si renderà subito conto che qualcosa non va se non viene inserita correttamente, nel rispetto anche delle norme grammaticali di ciascuna lingua.
Un’accurata revisione può però ovviare al problema, andando a correggere gli errori vari ed eventuali, così come altre imperfezioni legate alla punteggiatura che potrebbero compromettere la traduzione. Ma analizziamo altri esempi.
Il consumatore noterà subito se alla fine della frase è stata inserita una virgola al posto di un punto. Oppure, se sono un lettore italiano, mi risulterà strano trovare le virgolette spagnole («») al posto di quelle italiane (“”). Se parliamo invece di newsletter, il lettore italiano è abituato a leggere un’e-mail che inizia con “Ciao [Nome], / Buongiorno [Nome],” seguito da lettera minuscola, cosa invece completamente diversa per un cliente spagnolo che è abituato alla struttura “Hola, [Nome]:” seguito da lettera maiuscola.
L’ortografia rappresenta forse una delle categorie tra le più notate dai consumatori finali. Iniziamo subito col fare qualche esempio pratico: quante volte ti è capitato di leggere “qual’è” in un testo, al posto di “qual è”? O magari hai trovato errori ortografici del tipo “avvolte” invece di “a volte”... In questa categoria inseriamo anche doppi spazi, refusi, lettere mancanti o superflue in una parola, sillabe invertite, eccetera. Insomma, errori di battitura dovuti forse alla velocità di scrittura, che andrebbero sempre rivisti. Il consumatore potrebbe ricredersi sulla professionalità del brand o del prodotto sul quale sta investendo il suo denaro se dovesse trovare errori di questo tipo, il più delle volte dovuti a sviste e mancata revisione.
Conosciamo tutti il detto secondo cui la matematica non è un’opinione. Ebbene, forse dovremmo iniziare a pensare che nemmeno la grammatica lo è. Tempi verbali sbagliati, condizionale e congiuntivo utilizzati in maniera impropria e non conforme al contesto... Gli errori grammaticali possono capitare, ma l’importante è saperli riconoscere e correggere.
In questa categoria, però, rientra anche la mancata concordanza tra soggetto, verbo e complemento, che rende il testo incomprensibile per il lettore finale, il quale non potrà quindi comprendere pienamente il messaggio comunicativo che si cela dietro alla scheda informativa di un prodotto, a una campagna pubblicitaria o magari al sito stesso del venditore dal quale sta acquistando.
L’ordine delle componenti di un testo è fondamentale per la comprensione dello stesso. La sintassi è scorretta quando viene a mancare l’ordine degli elementi linguistici, l’uso di articoli e proposizioni, ma anche se le subordinate non sono correttamente suddivise in un paragrafo. Ciò significa leggere una frase lunga, priva di pause (anche a causa di una scarsa punteggiatura), alla fine della quale il consumatore non avrà ben chiaro qual è l’obiettivo che si vuole comunicare. Per cui se il nostro potenziale cliente vuole acquistare il nostro prodotto o affidarsi ai nostri servizi, ma non comprende in che modo lavoriamo o quale sia il nostro valore aggiunto, sarà portato a guardare altrove. Inoltre, il consumatore che si accorge di un’errata sintassi, potrebbe pensare che il testo che sta leggendo non è stato scritto da professionisti del settore.
Tra gli esempi di errori di traduzione che clienti e consumatori notano immediatamente, rientra anche la categoria inerente ai messaggi e agli slogan pubblicitari. Qui, gli errori sono spesso dovuti a una traduzione letterale che non funziona affatto nel mercato di arrivo. I consumatori, infatti, non capiranno il gioco di parole o il modo di dire che il brand vuole utilizzare per fini comunicativi. In alcuni casi, questo può portare anche a messaggi offensivi, fuorvianti e di cattivo gusto.
Se dovessimo prendere in analisi alcune cattive traduzioni, potremmo parlare del caso Pepsi, il cui slogan “Pepsi brings you back to life” è stato tradotto letteralmente in cinese mandarino come “Pepsi resuscita gli antenati dalla tomba”. Il consumatore, in casi come questi, capisce subito che il messaggio è di cattivo gusto e, molto probabilmente, mal tradotto. Infatti, qui l’accento doveva essere posto sull’effetto rigenerante della bevanda.
Un caso analogo è quanto accaduto con lo slogan di KFC “It’s finger lickin’ good”, tradotto in cinese mandarino come “Mangiati le dita”. Il consumatore non avrà sicuramente piacere di provare un prodotto all’apparenza così delizioso, se spinto da un’immagine macabra e poco piacevole. Anche qui, il senso era presentare un prodotto talmente buono da leccarsi le dita.
Sapevi che gli errori di traduzione vengono addirittura categorizzati?
Nei paragrafi precedenti abbiamo analizzato alcuni esempi di errori che il consumatore nota immediatamente e che lo portano spesso a preferire un altro brand.
In realtà, noi di LingoSpell in quanto agenzia di traduzione, categorizziamo questi errori durante il processo di revisione a seconda della loro gravità:
Suggerimenti: la traduzione in questo caso è corretta, ma chiediamo al traduttore di migliorare il testo fornendo alcune indicazioni;
Errori minori: rendono il testo per lo più poco fluente, per cui parliamo di sintassi, punteggiatura, refusi e altri esempi legati all’ortografia;
Errori gravi: sono quelli che impediscono la comprensione del testo;
Errori critici: qui parliamo invece di un livello di gravità piuttosto alto che ha come conseguenza diretta problemi di natura legale o scarsa reputazione per il brand.
In questo articolo, abbiamo cercato di dimostrare quanto sia importante fare in modo che un testo sia corretto in ogni sua forma, qualunque sia il settore al quale esso appartiene. Gli errori di traduzione possono essere davvero tra i più disparati, ma è nostro compito assicurarci che il consumatore finale non ne individui affatto.
Nei paragrafi di cui sopra, ti abbiamo mostrato alcuni esempi che spesso i clienti notano, talvolta facendoli anche presenti al brand o all’azienda. Noi di LingoSpell ci adoperiamo affinché un processo accurato di revisione e verifica in-context possa individuare eventuali errori da correggere facendo in modo che il cliente possa fruire di un testo perfettamente tradotto, dal contenuto coerente all’originale e dal messaggio ben comprensibile.
Ti è mai capitato di trovare errori di traduzione simili? Ne hai trovati altri che non abbiamo menzionato?
Affidati sempre a professionisti del settore che possano prevenire conseguenze più o meno gravi per la tua attività. Nessun errore nei tuoi testi, ma solo clienti soddisfatti che torneranno presto ad acquistare sul tuo e-commerce o ad affidarsi ai tuoi servizi